Premier League: Liverpool campione dopo 30 anni.
- Paolo Patianna
- 30 giu 2020
- Tempo di lettura: 3 min
La Barclays Premier League, da sempre il campionato più affascinante del mondo, ha decretato il 1° verdetto.
Dopo 30 lunghi anni, finalmente il titolo di campione ritorna nella bacheca di Anfield: il ‘mago’ Jurgen Klopp e i suoi ragazzi hanno conquistato il tanto atteso titolo. E questo non è mai stato in discussione: perché dopo essere andati ad un passo l’anno scorso, (in seguito ai 97 punti che non bastarono perché il Manchester City divenne campione con 98 punti) questa stagione il Liverpool è stato protagonista di una cavalcata indimenticabile, iniziata col netto 4-0 maturato ad Agosto contro il Norwich, fino al 4-0 di 6 giorni fa contro il Crystal Palace.
C’è da dire che i 97 punti dell’anno scorso sono ancora indigesti per i ragazzi di Klopp che hanno voluto dimostrare in ogni singola giocata, in ogni singola partita di essere superiori a qualunque altra squadra.
Questo successo è il frutto di una serie di fattori:
1. Il ‘mago’ Jurgen Klopp, capace di vincere Champions e Premier in 2 anni, e capace di spezzare soprattutto una maledizione trentennale. Jurgen Klopp che detta i tempi di gioco, che fa del ritmo e del pressing le chiavi del suo gioco, sviluppando la manovra sulle fasce: da una parte Trent Alexander Arnold, sul lato opposto Andrew Robertson.
2. Li abbiamo appena citati, i terzini di spinta dei Reds e un certo Alisson Becker, fonte del gioco. Molto spesso infatti portiere e terzini creano il gioco in una squadra il cui centrocampo è più combattivo che creativo, anche se nei Reds la qualità è presente anche in panchina.
Alisson ha nel suo marchio di fabbrica il lancio lungo, perciò il pallone molto spesso arriva agli attaccanti, e tra Mane-Salah-Firmino non ci si annoia mai. Ma la vera forza della natura, è proprio lì che si vede l’intenso lavoro e la determinazione grazie alla quale Arnold e Robertson si sono affermati; Arnold è un vero fenomeno: chiude le ripartenze avversarie, imposta, spinge e sa tirare le punizioni, giocatore più duttile non si può.
3. Centrocampo e attacco: beh, in una squadra ognuno ha il suo ruolo. E se i difensori hanno il dovere di difendere, gente del calibro di Wijnaldum, Fabinho e il capitano, colui che ha trascinato i Reds nella finale di Wembley per poi esplodere di gioia alzando la coppa dei campioni al cielo, quel Jordan Henderson che è diventato il leader dello spogliatoio, si è letteralmente preso sulle spalle il Suo Liverpool e ha conquistato la Premier.
Poi, che dire, lì davanti, 3 fenomeni/campioni, Momo Salah con la sua velocità, Sadio Manè con la sua precisione, Bobby Firmino e la sua caparbietà, grazie alle loro prodezze il Liverpool ha oggi 86 punti, +23 sul City 2°. Bobby Firmino che è il cosiddetto ‘falso nueve’: non è solo il classico attaccante rapace d’aria, ma crea gli spazi per i suoi compagni di reparto e lo fa muovendosi intelligentemente. Sa anche segnare (7 gol e 8 assist in BPL).
Il Liverpool non può di certo fare a meno di lui.
4. Riprendendo il punto 1, The last, but not the least, Jurgen ‘immensamente’ Klopp: l’energia e il carisma che il tedesco sa trasmettere alla squadra lo si capisce soltanto se consideriamo il suo VERO capolavoro: uno come Virgil Van Dijk che è stato acquistato per la cifra di 80 milioni dal Southampton, tra lo scetticismo generale. E alla fine ha avuto ragione lui.
Klopp ha sempre creduto nelle potenzialità e nelle qualità dei suoi uomini, passo dopo passo, allenamento dopo allenamento, partita dopo partita, non si è mai perso d’animo; né quando il povero Karius ha regalato al Real Madrid la Champions in finale, neppure quando è arrivato ad un solo, unico punto dalla conquista della Premier.
Ha lavorato, non solo fattore tecnico-tattico ma anche mentale, si candida tra i migliori allenatori della storia dei Reds.
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